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"La sindrome di Saul" è una metafora del terrorismo, inteso qui quale oggettivazione dell'idea del disordine globale, come premessa immanente all'instaurazione di un nuovo ordine, come crisi preludente a un nuovo assetto nell'eterno divenire della vita e della storia: insomma la triade dialettica hegeliana - tesi, antitesti, sintesi - trasferita paradossalmente sul piano fantastico-narrativo. Ultimi giorni dell'agosto 1980. Nello scontro auto-treno muore un alto dirigente dello Stato e resta gravemente traumatizzata la giovane donna che era con lui nell'auto. Si tratta di un incidente o di qualcos'altro? Rovistando tra i suoi ricordi e tra le carte dell'estinto, la vedova trova un manoscritto nel quale il marito, sconvolto e travolto da una crisi esistenziale e morale, per raggiungere una sorta di catarsi, s'inventa una vicenda parallela alla propria, rivivendo nei panni di un alter ego immaginario le varie fasi della sua corsa verso il precipizio. In altre parole scrive, giorno dopo giorno, un romanzo che, in controluce, è la storia degli ultimi mesi della sua esistenza e che lui intitola "Paloma e l'ordine del giorno".